La versione migliore di se stessi
La versione migliore di se stessi è una chimera. È un’illusione e un pregiudizio che non lascia parlare la vita.
La versione migliore di se stessi è una chimera. È un’illusione e un pregiudizio che non lascia parlare la vita.
Prendersi una pausa dalla realtà è lasciarsi venire a trovare. È un esercizio di meditazione in cui trasformare consapevolmente il senso della propria esistenza.
Immaginare è un dialogo. È crearsi consapevolmente una rappresentazione del mondo che mette in discussione preconcetti e pregiudizi.
Immedesimarsi in una vita desiderata e mai vissuta ha una funzione essenziale: portare alla luce qualità di sé che altrimenti resterebbero inespresse.
Le aziende non esistono. Esiste invece un complesso tessuto di trame, di storie personali, che si fa carne ossa e relazioni.
Avere memoria, ricordare, significa ricondurre nel cuore i pezzi della nostra vita. Per ricomporli e dare un senso all’esistenza.
Poesia e arte servono all’impresa per fare impresa. Sono linguaggi che stimolano a risolvere creativamente i problemi presenti e costruire scenari futuri.
Le maschere si prendono gioco dei sentimenti tristi, problematici, ma non li nascondono. Oggi riconsiderarli è una risorsa per vivere e riprogettarsi.
Guardiamo la vita come una serie di obiettivi posti davanti a noi. Senza pensare che vivere è anche riepilogare, riassumere, comprendere.
Ancora prima di qualsiasi tecnica conta la capacità di immaginazione, conta saper attribuire alla storia che viviamo nuovi significati e direzioni.
L’Angélus di Millet ci racconta quanto è necessaria l’immaginazione, il suo potere di rigenerare significati che devono essere coltivati ogni giorno.
Abbiamo bisogno di semi ribelli, piccoli germogli capaci di riconquistare il potere di immaginare mondi diversi e possibili.