Chimica delle solitudine

Si può pensare la solitudine come una chimica, un evento trasformativo da cui far nascere una nuova vita.

Lo scorso 14 e 15 maggio sono stato invitato a riflettere su La dialettica della solitudine. Questa condizione, che ha toccato un gran numero di persone negli ultimi due anni di pandemia, è stata l’argomento di indagine che ha articolato il quinto Seminario Nazionale sulle Pratiche Filosofiche in Italia organizzato da AiCoFi.

Con un’eco ai miei anni di formazione in chimica, che sono stati l’esperienza in cui ho sperimentato per la prima volta in maniera intesa questo sentimento, ho scelto come titolo del mio intervento Chimica della solitudine.

Letta come mancanza, come una trama di relazioni e, quindi, di significati che vengono meno, la solitudine è, allo stesso tempo, una condizione di insensatezza e una chimica del vuoto. Quest’ultimo, però, è lo spazio necessario a generare una nuova vita, che ha nell’economia di pensieri e parole il criterio di ricerca per un’esistenza autentica.

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