Il tempo non esiste
Si potrebbe dire che il tempo è la costruzione mentale ed emotiva che riproduce lo stato delle nostre relazioni.

Il tempo non esiste. Questa affermazione decisamente controintuitiva, e per certi versi sconcertante, viene dal libro di Carlo Rovelli La realtà non è come ci appare (Cortina Editore), di cui ho già avuto modo di parlare lo scorso anno nei Nutrimenti. Con un’accurata ma semplice descrizione della struttura più profonda della Natura, Rovelli mostra che a livello fondamentale spazio e tempo perdono le caratteristiche comunemente attribuite per assumerne di completamente nuove. Mentre lo spazio cessa di essere qualcosa di continuo e diventa una rete granulare di unità intrecciate fra di loro (gli atomi di spazio), il tempo smette di esistere come lo abbiamo sempre inteso.
La metafora della rete mi porta alla mente reti popolate da informazioni e dispositivi. Ma ancora di più reti di persone che, in carne e ossa, comunicano attraverso parole idee ed emozioni. Con questo, non voglio dedurre nulla dalle reti della fisica che si possa applicare a quelle della società. Si tratta piuttosto di un ragionamento condotto per metafore e analogie con lo scopo di utilizzare una figura per vedere se in un’altra simile emerga qualche suggestione che ancora non ho preso in considerazione.
“Il tempo si manifesta soltanto come conseguenza di quei processi che portano a dissipare calore”.
Detto questo, in natura il tempo – dice Rovelli – si manifesta soltanto come conseguenza di quei processi che portano a dissipare calore. Nelle reti umane, mi immagino allora il calore come la differenza fra ciò che vorremmo dire e ciò che effettivamente viene recepito: una frattura che diventa attrito creativo, sfregamento di punti di vista, infervoramento autentico attraversato da emozioni e da passioni, da istinti e da ragione, da gesti e da espressioni messi in gioco per cercare di spiegare ciò che siamo e ciò che diciamo. Si potrebbe quasi dire che il tempo è proprio quel calore; che il tempo è la costruzione mentale ed emotiva che riproduce lo stato delle nostre relazioni. Non perciò un tempo semplicemente soggettivo, ma un fenomeno che esiste in quanto relazione.
D’altra parte, sappiamo dall’esperienza che una buona qualità del tempo trascorsa insieme a qualcuno passa da alcuni (non) semplici esercizi: maggiore consapevolezza dei sentimenti, cura del dialogo, ampliamento del vocabolario delle emozioni e delle sensazioni che pervadono il nostro corpo durante quel surriscaldamento.
“Il tempo si può leggere come quella percezione che fa emergere una sintesi fra le parti”.
Il tempo, per concludere, si può leggere come quella percezione che, immersa nei vortici di una discussione (persino con se stessi), fa emergere una sintesi fra le parti. Diversamente resta un tempo freddo, stanco, consumato come una merce. Il tempo di una vita muta che, appunto, non esiste.