Non vero, autentico

L’essere autentici ci insegna a indirizzare la ricerca dentro la nostra storia personale e a fare di ogni giorno un’originale creazione.

La ricerca dell’assoluto di Balzac è il libro che più di tutti mi ha spinto a scegliere di studiare chimica all’università. La storia racconta le vicende di Balthazar Claës, della sua famiglia e di come la vita scorresse pressoché serena e armoniosa, fino al giorno in cui Balthazar dedicherà il suo tempo alla chimica nella speranza di ricercare «l’Assoluto, la sostanza comune a tutte le creazioni» (cit. Wikipedia). Dopo aver sperperato sei patrimoni e la sua stessa vita, Balthazar viene a conoscenza sul letto di morte che altri ricercatori sono arrivati alla risposta tanto desiderata.

Honoré de Balzac, La ricerca dell'assoluto, 1834
Honoré de Balzac, La ricerca dell’assoluto, 1834

Anch’io ho sperperato molte delle mie risorse a cercare un assoluto che non c’è. Come in un viaggio di ricerca che si rispetti, dopo aver abbandonato la chimica, mi sono imbarcato in nuove letture, ignaro della tempesta che mi stava aspettando. Ho divorato teorie e punti di vista che hanno spazzato via ogni punto fermo e mi sono lasciato trasportare naufrago in un oceano di incertezza. Un giorno, però, il bel tempo è arrivato e ho iniziato a distinguere fra ciò che è vero e ciò che ho cominciato a definire autentico.

È una differenza leggera ma sostanziale. Mentre la verità – potremmo dire – è il desiderio di sapere ciò che è vero fuori di noi, l’autenticità è quello di sapere ciò che è vero dentro di noi. L’autentico – spiega il vocabolario – è l’essere autori ed è perciò, per sua stessa definizione, quel contorno che disegniamo intorno e davanti a noi stessi rappresentando così chi ci sentiamo veramente. Credo non ci sia aspirazione meno retorica e più pragmatica dell’autenticità: un’identità mutevole e immaginifica, ma altrettanto reale e scelta come un canovaccio aperto sul futuro.

L’essere autentici ci insegna a indirizzare la ricerca dentro la nostra storia personale e a fare di ogni giorno un’originale creazione. Potremo così uscire dagli schemi che non siamo stati noi a tracciare; non per rifiutarli ma per diventare autori di altri che avremo il potere di revocare ogni qualvolta il cambiamento richiederà di aggiornarli.

Di quel mio viaggio nell’Assoluto sembra essere rimasto poco. E invece ho ritrovato una sorgente che conoscevo fin dall’inizio, pura e dissentante quanto la più alta delle verità.

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