Tornare al centro
La modernità si fonda sulla scoperta che l’essere umano non è più al centro dell’universo. Scrive Nietzsche che «da Copernico in poi, l’uomo scivola dal centro verso una X». Le innovazioni scientifiche e tecnologiche rendono ancora più tangibile questo senso di deriva quando il loro impatto si riversa nelle nostre vite personali. L’incessante velocità degli eventi, la mancanza di criteri e categorie stabili, la complessità e l’imprevedibilità delle relazioni, caratterizzate dal progressivo isolamento individuale, accrescono la condizione di incertezza spingendoci ai margini della nostra stessa vita. Ma è proprio dalla periferia nella quale ci sentiamo confinati che possiamo risalire la strada perduta. La Ruota di fortuna, che sembra trascinarci «di qua, di là, come fa la foglia morta», si muove infatti intorno a un centro, un luogo in cui non contano più le singole evenienze, ma la potenza che permette loro di esprimersi. Astrarsi per un attimo dal ciclo degli eventi, tornare saldamente ancorati al centro – che a questo punto, sarà il nostro centro personale, o di gruppo, o di comunità – è una via di saggezza e di benessere grazie alla quale godere con pienezza ogni tipo esperienza e i significati che l’attraversano.