Qui e ora
Al di là del tempo presente
«Qui e ora» è la formula che, più di ogni altra, esprime l’esigenza di godersi il tempo presente. «Mentre parliamo sarà fuggito, inesorabile, il tempo: cogli il giorno, il meno possibile fiduciosa in quello successivo». Così scrive il poeta latino Orazio, che ha reso iconica e immortale l’esortazione del carpe diem. Secondo questa concezione, tipica della nostra cultura e, in particolare, della nostra epoca, il tempo è una successione di istanti che si va via via consumando: il passato non esiste più, il futuro non esiste ancora, e quel che resta del presente e precario e inafferrabile. C’è però un altro modo possibile per immaginare il tempo: quello di intendere il qui e ora come un istante che si estende nello spazio, che si allunga nel passato e si protende nel futuro. In questa nuova dimensione, ogni istante diventa eterno, sfugge alla nozione stessa di tempo e la sua durata occupa, di volta in volta, la vita intera. Cessa allora il desiderio, sempre insoddisfatto, di afferrare il tempo che fugge, perché – qui e ora – il tempo diventa una qualità di cui fare esperienza e non una quantità che, consumandosi, ci fa continuamente soffrire.