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Chi non si è mai chiesto, davanti agli eventi della sua vita, il perché di quello che succede? Fin da bambini, domandare la ragione delle cose è un comportamento che ci accompagna e dal quale è impossibile distaccarsi del tutto1. Anche quando l’atteggiamento più incoraggiato è quello di uniformarsi a un pensiero precostituito o abbandonarsi al non pensare affatto, alcune situazioni più o meno problematiche nelle quali inciampiamo risvegliano l’esigenza di dare conto del «perché proprio a me» sta accadendo ciò che appare come privo di senso. Sia che si tratti di giustificare gli eventi con una narrazione, sia che questo compito venga assolto dall’argomentazione razionale, ricostruire la successione dei fatti, capire da dove essi provengono, fornisce una direzione e un’anticipazione dei loro possibili sviluppi. Come fa notare il fisico Guido Tonelli2, l’essere umano ha storicamente adottato questa strategia di sopravvivenza: la ricerca scientifica sull’origine dell’universo non differisce dal racconto mitico sulla formazione del mondo che le cosmogonie antiche hanno tramandato.

Il processo di ricostruzione degli eventi conduce in ultima analisi alla ricerca di un principio. Ma – vale la pena dirlo – un principio che non ha nulla di contingente, di meramente materiale. Esso non è l’inizio di tutte le cose, non è l’evento che ha dato luogo ai successivi altri eventi. Se ci limitassimo a tanto, non potremmo che approdare a una singolarità non ulteriormente sindacabile, come il Big Bang in fisica, o a una regressione infinita delle cause che non ci dice nulla sulle motivazioni dello stato attuale. Il principio è piuttosto quella condizione di possibilità che sta nelle cose stesse- È la ragione che le permea, le motiva e le fa accadere.

In un TED Talk3, celebre nel mondo della comunicazione e della consulenza aziendale, Simon Sinek individua la chiave del successo nella formula «start with why»: parti dal perché. Noi potremmo dire «parti dal principio» – e aggiungere che, a differenza di quanto forse lascia intendere il talk, esso non è nulla di chiaro e ben definito, tanto che lo stesso Sinek lo colloca nella sfera sfuggente del sentimento. D’altra parte, non esiste storia, viaggio, progetto che non inizi con una tonalità sfumata e confusa che solo in seguito assume l’evidenza di questo o quel colore. Il principio è una forza indeterminata, è una spinta mai risolta che ci induce continuamente all’azione – e, in qualche modo, ognuno ha il suo proprio principio attraverso il quale individuarsi. Anziché leggerlo, però, come un vuoto o una mancanza da colmare, lo possiamo intendere come una sorgente inesauribile che, virtualmente, contiene gli eventi di una vita intera. Il principio è una potenza astratta ma del tutto presente nel nostro quotidiano; è quella dimensione del sacro che si contrappone al profano, cioè all’immediata necessità, che compenetra la nostra esperienza senza mai confondersi con essa. Per questo il principio non è il punto temporale da cui le cose sono partite, ma ciò che di esse deve ancora venire. È l’eccedenza che all’infinito le realizza. È il piano spirituale dell’esistenza che conferisce a quest’ultima lo spessore e la vitalità che andiamo cercando.

Abbazia di S. Andrea, Vercelli, 1219
Abbazia di S. Andrea, Vercelli, 1219
  1. Aristotele, Tutti gli uomini aspirano al sapere per natura, [else] Tutti gli uomini aspirano al sapere per natura, Metafisica, I, 980a-980b, ↩︎
  2. Tonelli G., Le origini dell’universo e il significato del simbolismo, [else] Le origini dell’universo e il significato del simbolismo, YouTube, , 2019 ↩︎
  3. Sinek S., How Great Leaders Inspire Action, [else] How Great Leaders Inspire Action, YouTube, , 2010 ↩︎