Qualcosa è cambiato
Il cambiamento richiede un’inversione di prospettiva, non sono io a mutare ma lo sfondo sul quale mi percepisco. Cambiare è fluttuare su quello sfondo.
Il cambiamento richiede un’inversione di prospettiva, non sono io a mutare ma lo sfondo sul quale mi percepisco. Cambiare è fluttuare su quello sfondo.
La conoscenza è una narrativa, un farsi iterativo di concetti. È un’attività che, a partire dal significato di ogni esperienza, produce il senso del nostro percorso.
Il senso dell’avventura non è altro che l’avventura del senso. La ricerca di una missione di vita, l’incontro con l’esperienza e con il patrimonio bioculturale.
Si può pensare la solitudine come una chimica, un evento trasformativo da cui far nascere una nuova vita.
La felicità è la meditazione consapevole del gesto che ritaglia la vita. È, al tempo stesso, esperienza creativa, ricerca di significato ed esercizio di libero piacere.
È nelle esperienze vissute, in questo patrimonio immateriale, che possiamo trovare i semi di un nuovo futuro.
In una visione sfocata della realtà conviene interpretare quest’ultima unendo punti radi e leggeri, capaci di assorbire l’impatto delle incertezze crescenti.
Le frasi fatte raccontano ciò che siamo come se fossimo vissuti da altri. Riformularle con parole proprie è un atto di libertà, è un modo di trovare se stessi.
La missione non è una destinazione cui arrivare, ma una spinta da corrispondere. Un’energia incanalata in un certo schema. Non è un compito, ma darsi un compito.
Il tempo è un dialogo. È una soglia da cui filtra la luce della vita. È un esercizio costante e imperfetto con il quale la vita diventa un percorso di verità.
Praticare la filosofia per me è stata una via di risveglio e di liberazione. La ricerca di un centro, di un equilibrio che si mantiene stabile reinventando il senso e i significati dell’esperienza.
Vivere è convivere. Cogliere la rete di significati e di circostanze in cui siamo immersi. Riconoscere in ogni istante la loro presenza. E così, riconoscere chi siamo.